Oggi vogliamo condividere un bell’articolo della dottoressa Elisabetta Guarini, medico chirugo specialista in ginecologia ed esperta in menopausa.
“Il Covid almeno qualcosa di buono l’ha prodotto: un colossale esperimento di comunicazione pubblica della scienza, come mai si era visto prima, e la fiducia negli specialisti, peraltro già elevata, ulteriormente accresciuta. Insomma, durante la pandemia è nata una comunicazione nuova, diretta, basata sulla responsabilità e chiarezza informativa, che ha portato a un rapporto solido e duraturo con la comunità. Forse, per la prima volta, non ci si è più basati sugli stereotipi (cittadini ignoranti, poco disponibili a credere in un’informazione scientifica, non in grado di comprenderne gli aspetti tecnici), ma l’impegno è stato rivolto ad un esperimento comunicativo prezioso per le sfide contemporanee, che devono affrontare gli esperti quando parlano al pubblico.
Che sia arrivato il momento giusto per trattare anche di menopausa in modo nuovo, considerando una cultura del femminile non più mestruocentrica, ma che metta al centro la donna nella sua globalità?
Se ci si pensa, la vita della donna è stata fino ad oggi per lo più centrata sulle mestruazioni, con un prima e un dopo, rispetto a una bambina che viene considerata solo quando diventa “signorina “ e una donna che non viene più considerata quando il ciclo termina.
I tempi sembrerebbero dunque maturi, anche se, interrogando il nuovissimo software d’AI ChatGPT, quello che dopo due mesi e milioni di accessi quotidiani è pronto per andare all’asta per 29 miliardi di dollari, alla mia domanda
“Con la menopausa una donna è finita?”, la risposta è, ahimè “Assolutamente no. La menopausa è una fase naturale della vita delle donne, ma non significa che la vita sia finita. In realtà, per molte donne, la menopausa può rappresentare un nuovo inizio, con la possibilità di concentrarsi su se’ stesse e i propri interessi. Inoltre, molte donne durante questa fase della loro vita hanno maggiore tempo e libertà per esplorare nuove opportunità e interessi, come viaggiare, fare volontariato, o semplicemente trascorrere del tempo con amici e familiari.”
E l’aspetto fisico? La sfera sessuale?
Di questi non vi è traccia, dunque parrebbe che anche la più evoluta piattaforma di AI consideri archiviato tutto quello che riguarda il sentimento e il desiderio. Insomma, menopausa uguale a non più “scopabile”. Ma per fortuna oggi non è più così. Ripartiamo allora dall’inizio.
Il monologo Perfetta, interpretato da Geppi Cucciari e scritto da Mattia Torre (un uomo), sul ciclo mensile della donna è assolutamente eloquente:
quattro martedì, quattro settimane in cui la sensibilità e la percezione del mondo mutano, il corpo muta, perfino il palcoscenico muta dal rosso al finale con la luna.
E questo può anche essere accettabile quando va tutto bene, ma quando il dolore (dismenorrea), il ciclo abbondante (menorragia), l’anemia costringono ad imbottirsi di farmaci per riuscire ad andare a scuola o al lavoro, le cose non vanno più bene.
Quanti racconti di vite a metà ho raccolto ascoltando le donne quando parlano di mestruazioni.Oggi, anche se si continua a trattarne sempre troppo poco, è possibile controllare il ciclo mestruale, silenziarlo, fare in modo di averlo quando, come, e se lo si vuole. Pillole combinate, anelli vaginali, cerotti, impianti sottocutanei liberano dal “condizionamento”, in alcuni casi da una vera e propria schiavitù mestruale.E dopo i 50 anni? Mentre la fine delle mestruazioni viene vissuta da alcune donne (poche) come un sollievo, una rinascita, dalle altre (la maggior parte) viene subita come un addio definitivo alla giovinezza, alla fecondità, alla capacità di sedurre perché viene a mancare lo sguardo di desiderio dell’uomo (specchio della propria femminilità).
La menopausa viene considerata come un tangibile segnale d’ingresso nella vecchiaia, con la comparsa-accelerazione dei processi di decadimento e il baratro dell’assenza di ogni funzione.
Invece oggi, grazie ai progressi della scienza, si dovrebbe reinventare, re-immaginare il modo in cui invecchiamo, si dovrebbe vivere la vecchiaia come qualunque altra fase della vita.
Il terremoto endocrino-emotivo, ad esempio, può essere tranquillamente affrontato con l’aiuto di specialisti consapevoli e disponibili a prescrivere un accorto e personalizzato intervento farmacologico, che risponda alle esigenze fisiche e psichiche di ogni donna.
La scienza mette a disposizione sempre nuovi farmaci ormonali, e non, tecnologie di precisione antiaging in grado di ritardare il fenomeno dell’invecchiamento non solo in termini di bellezza, ma anche e soprattutto in termini di salute.
Non dobbiamo avere paura degli “ormoni”, perché ci spaventano?
Sono molecole che possono fare male se usate male, ma diventano alleati potenti se utilizzati con scienza e sensibilità. Non lasciamo che la menopausa diventi un business da 600 miliardi di dollari, come purtroppo sta accadendo negli USA, e continui a rappresentare soltanto un affare su cui lucrare e un pregiudizio becero e superato, ma iniziamo a parlarne con uno sguardo e una considerazione più attuali, prendendoci cura della donna e della sua salute in un’ottica olistica, evitando di concentrarci solo sulla scelta del pannolino per le perdite urinarie.
Impariamo a difenderci dai falsi miti, dalle fake news, liberiamoci dai tabù vecchi e nuovi, affidandoci a specialisti umani che sappiano ascoltare e aiutare a comprendere, sentiamoci attrici di una rivoluzione copernicana che metta al centro la donna e non la sua mestruazione.
Perché se è vero che come diceva Einstein che “È più facile spezzare unatomo che un pregiudizio”, , la battaglia sarà dura ma insieme ce la possiamo fare.
Andate a rivedervi quando Harry Langer/Jack Nicholson in Tutto può succedere chiede a Diane
Keaton “Usi qualche precauzione?” e lei risponde “Menopausa”. “Accidenti che fortuna!”, esclama lui.
Elisabetta Guarini
Medico chirurgo specialista in Ginecologia