Testosterone topico per migliorare il calo della libido in menopausa

  • Tra i tanti disturbi e cambiamenti che la menopausa comporta ci sono quelli della sfera: 

    • vulvo/vaginale che si manifesta con atrofia e secchezza vaginale, anche chiamata sindrome genitourinaria in menopausa (GSM) 
    • sessuale (calo della libido) 


    Tali disturbi riguardano più del 93% delle donne in post menopausa: perchè se è vero che le altre problematiche quali vampate, osteopenia/osteoporosi, insonnia, dolori articolari, irritabilità, confusione mentale, problematiche cardiovascolari, colpiscono in modo importante più o meno un terzo delle donne, quelli della sfera vulvo/vaginale e sessuale colpiscono, quasi tutte le donne.

La sindrome genitourinaria che si verifica in menopausa (GSM) è un termine relativamente nuovo ed è stato introdotto per la prima volta nel 2014, da un consenso dell’International Society for the Study of Women’s Sexual Health e della North American Menopause Society. La condizione era precedentemente nota come atrofia vulvovaginale, vaginite atrofica o atrofia urogenitale.

La GSM è una condizione cronica, progressiva, del tratto urinario inferiore caratterizzata da un ampio spettro di segni e sintomi. La maggior parte di questi sintomi può essere attribuita alla mancanza di estrogeni ed androgeni tipici della menopausa, che comportano assottigliamento dei tessuti genitali e delle mucose vaginali. Nonostante si tratti di una condizione che colpisce principalmente le donne in postmenopausa (50-70%), è osservata anche in molte donne in premenopausa (15%). Lo stato ipoestrogenico ed ipoandrogenico provoca cambiamenti ormonali e anatomici nel tratto genito-urinario che comportano sintomi quali:

  • secchezza vaginale
  • dispareunia (dolore ai rapporti sessuali)
  • ridotta lubrificazione


Si tratta di una sintomatologia che può avere un grande impatto sulla qualità della vita delle donne colpite, in particolare su quelle sessualmente attive.

Il calo della libido molto diffuso in menopausa è dovuto:

  • alla sintomatologia dolorosa che determina la GSM e che porta ad evitare rapporti. I sintomi dell’atrofia vulvo vaginale hanno una relazione approssimativamente lineare con la libido. Tanto è vero che i rapporti sessuali aumentano e il livello di soddisfazione migliora quando si riesce a ridurre il dolore durante il rapporto
  • alla carenza ormonale soprattutto dovuta ad una riduzione della produzione degli ormoni androgeni.

È interessante capire cosa accade alle mucose dell’apparato vulvo-vaginale in menopausa a causa della deprivazione estrogenica ed androgenica. Di fatto si assiste ad un assottigliamento degli strati superficiali ed intermedi dell’epitelio. Questo comporta:

  • la superficializzazione delle fibre sensitive nervose con riduzione della soglia del dolore
  • la riduzione della produzione di glicogeno con conseguente perdita della flora lattobacillare residente ed aumento del pH (Maggiore di 5,5) a causa della minore produzione di acido lattico che porta ad uno stato infiammatorio cronicizzato.

Innanzitutto è importante sapere che anche noi donne in età fertile produciamo non solo ormoni estrogeni (ormoni femminili) ma anche androgeni erroneamente ritenuti esclusivi degli uomini e troppo spesso dimenticati e per questo definiti “ormoni fantasma”.

Gli androgeni sono:

  • ildeidroepiandrosterone (DHEA), prodotto dal surrene
  • l’androstenedione (A),prodotto in parte dall’ovaio e in parte dal surrene
  • il testosterone (T)
    • in età fertileè prodotto per il 15% per cento dall’ovaio, per il 25% dal surrene e per il 50% per cento dal grasso corporeo, che funziona come una vera e propria ghiandola endocrina, a partire da precursori a loro volta prodotti dall’ovaio o dal surrene;
    • dopo la menopausa, invece, è l’ovaio la sorgente più importante di testosterone nella donna, in quanto contribuisce per il 50-60% alla produzione totale corporea;
  • il deidrotestosterone (DHT) la forma biologicamente attiva del testosterone.


E nel sangue raggiungono livelli molto più elevati degli estrogeni.

Quindi:

  • nella menopausa fisiologica assistiamo ad una riduzione del testosterone del 50% e del DHEA del 70%.
  • nella menopausa iatrogena o precoce la caduta del testosterone arriva anche all’80%.


Quando il livello degli ormoni androgeni è troppo basso, la donna può avvertire sintomi quali scarso desiderio sessuale, maggiore difficoltà a raggiungere l’orgasmo e/o avvertire una sua minore intensità, tendenza ad accumulare adipe sull’addome e sul punto vita e a perdere massa magra con aumento della massa grassa, scarsa energia vitale, una condizione simile alla depressione, determinata spesso dalla carenza di androgeni, maggiore sensazione di stanchezza fisica, minore vivacità (anche cognitiva), maggiore difficoltà ad affrontare l’esercizio fisico. Il testosterone migliora infatti la performance muscolare oltre a consentire buon trofismo osseo, contrastando quindi la tendenza all’osteoporosi tipica della menopausa.

Gli androgeni ed il testosterone, in particolare, sono essenziali quindi per: 

  • mantenere in  salute il cervello della donna. Riducono ansia, depressione e deterioramento cognitivo
  • mantenere la tonicità muscolare, migliorando gli effetti dell’esercizio fisico, e contrastare la perdita di massa e forza muscolare (sarcopenia)
  • ridurre l’osteoporosi e le fratture
  • proteggere dalle malattie cardiovascolari
  • stimolare il desiderio sessuale
  • aumentare l’energia fisica e mentale

Fino ad oggi, la GSM rimane estremamente sotto diagnosticata nonostante la sua alta diffusione, principalmente a causa della riluttanza tra le donne a cercare aiuto a causa della vergogna che provano nel parlarne con il proprio medico oltre che con le altre donne, e di una tendenza tra molte donne a considerare i disturbi come una normale caratteristica dell’invecchiamento naturale.

Tutto ciò costituisce una delle principali cause della mancanza di consapevolezza su questa sindrome. E le donne continuano a soffrirne.

Indicativi i risultati di una survey americana condotta su 1858 donne dalla quale emerge che l’atrofia vulvo-vaginale interessa oltre due terzi della popolazione femminile in menopausa . Ma che le donne che ne hanno una reale percezione sono pochissime:

  • il 42% la considera una componente dell’età e considera normale avere una sintomatologia dolorosa e invalidante
  • il 3% ignora che esistono terapie per migliorare tale condizione.

L’obiettivo principale dei trattamenti è quello di alleviare i sintomi della della GSM e di migliorare la funzionalità sessuale.

Il trattamento può consistere in:

  • terapie ormonalicon prodotti a base di estrogeni e/o androgeni locali, generalmente considerata il “gold standard”
  • terapie non ormonali come lubrificanti e creme idratanti
  • modulatori selettivi del recettore degli estrogeni (SERM)
  • tecnologie laser
  • trasferimento di cellule staminali da tessuto adiposo: si tratta di metodiche con studi scientifici pubblicati condotti su un numero esiguo di pazienti, ma con risultati molto promettenti.

 
Tutte queste terapie possono essere combinate tra loro per ottenere il massimo dei benefici. Si tratta sempre di terapie locali o che agiscono a livello locale (i SERM ad esempio vengo assunti per bocca ma hanno efficacia solo a livello locale). Infatti sono molti i casi in cui, anche le donne che assumono terapia ormonale sostitutiva estroprogestinica, non riescono ad ottenere sufficienti benefici a livello vaginale ed è indispensabile abbinare ad essa trattamenti a livello locale.

Gli androgeni hanno un effetto diretto sulla struttura e funzione vaginale, questo perchè i recettori per gli  androgeni sono presenti nella mucosa, nella lamina e nell’endotelio vascolare e perché la densità recettoriale per gli androgeni aumenta dalla cervice alla vulva.

Se la densità recettoriale per gli androgeni aumenta dalla cervice alla vulva, va da se che il testosterone, l’androgeno per eccellenza, ad uso topico possa avere un’azione sul trofismo dei tessuti e sull’idratazione, sulla vasodilatazione, sulla lubrificazione e sull’aumento della densità delle fibre nervose vaginali.

Questi effetti portano ad un miglioramento dei sintomi della GSM e ad un aumento della libido.

Non esiste una formulazione adatta per la donna prodotta dall’industria farmaceutica. Esiste il testosterone propionato, molto utilizzato in passato (anni ’70/80) che pone dei limiti di utilizzo: avendo il prodotto un’emivita molto lunga, il suo utilizzo quotidiano porta ad accumulo e potrebbe comportare aumento di peso, comparsa di peli, brufoli o pelle grassa o abbassamento dei toni vocali. Diventa quindi indispensabile utilizzare il testosterone bioidentico ad uso topico.

Il Testosterone topico Vegetal Origin è un Testosterone bioidentico galenico ottenuto per semisintesi da una matrice vegetale contenente molecole a base steroidea (Es. diosgenina da Dioscorea villosa).
Gli ormoni vegetal origin sono ormoni bioidentici da non confondere con fitoestrogeni, fitoandrogeni, fitoprogestinici.

Il testosterone bioidentico vegetal origin è formulato in Pentravan® (11,12), una crema olio in acqua, a base di fosfatidilcolina, priva di petrolati (vaselina), fragranze e sostanze comunemente sensibilizzanti tipo i parabeni. È testata per uso dermatologico e ginecologico.

L’applicazione giornaliera di Testosterone Bioidendico riproduce l’andamento circadiano fisiologico  dell’ormone con un picco di massima concentrazione plasmatica a 3 ore e completa  ristabilizzazione al valore basale a 12 ore.  E quindi non comporta accumulo.

Il testosterone bioidentico deve essere utilizzato in sede vestibolo vulvare e in particolar modo in zona clitoridea e a livello della forchetta vulvare. La somministrazione è molto semplice perchè avviene attraverso un dispenser (topi-click) approvato dalla Food and Drug Administration, che consente di dosare esattamente la quantità quotidiana che si deve applicare. Il dosaggio ottimale deve essere stabilito con il proprio medico sulla base delle esigenze della singola paziente. Solitamente la somministrazione standard è pari a 2 click che corrispondono esattamente a 2,8mg di testosterone al giorno. Tale dosaggio non altera la  concentrazione plasmatica di estradiolo ed SHBG.

La preparazione è standard: ogni dispenser da 90 mg di prodotto contiene lo 0,56% di testosterone vegetal origin.

L’utilizzo del testosterone topico ha notevoli benefici sulla libido. In particolare su:

  • la lubrificazione
  • l’idratazione
  • l’eccitazione

Il testosterone bioidentico per uso topico non può essere utilizzato dalle donne che hanno avuto un carcinoma mammario. In realtà uno studio del 2017 pubblicato su Oncology Nursing Forum indica che il testosterone vegetale potrebbe essere utilizzato, a livello vaginale, nelle donne sopravvissute a carcinoma mammario che sono in cura con Anastrazolo o con gli Inibitori Aromatasi i quali, inibendo l’enzima che converte gli androgeni in estrogeni, fanno sì che il testosterone circolante non venga convertito in estradiolo. Sappiamo infatti che alle donne che hanno avuto un carcinoma mammario ormono-dipendente vengono prescritte cure che azzerano completamente gli estrogeni. Ma dal momento che non tutti gli oncologi sono concordi su l’utilizzo del testosterone, laddove non vi sia il parere favorevole del medico, non può essere prescritto.

Ho osservato in precedenza che gli studi scientifici indicano che l‘utilizzo del testosterone vaginale bioidentico, ai dosaggi citati (2,8 mg al giorno) non comporta accumulo e non ha effetto sistemico, quindi non comporta gli effetti collaterali tipici degli androgeni.

Ovviamente si tratta di tempistiche molto individuali, ma generalmente il miglioramento dei sintomi si avverte dopo 2/3 settimane dall’inizio dell’applicazione del prodotto.

Come ho accennato in precedenza si tratta di un prodotto galenico preparato da farmacie accreditate dietro presentazione di ricetta medica in originale e non ripetibile. La prescrizione deve essere fatta dal ginecologo o dall’endocrinologo.

Un dipenser da 90 gr di testosterone bioidentico ad uso topico ha un prezzo che va dai 60 ai 70 euro e dura circa due mesi, se l’applicazione è pari a due click ed è quotidiana.

Il testosterone transdermico può rivelarsi molto utile in donne che presentano sintomi da deprivazione androgenica, che non riguardano solo la sfera non sessuale e vulvo-vaginale, ma che sono generalizzati e che concernono:

  • tendenza ad accumulare adipe sull’addome e sul punto vita e a perdere massa magra con aumento della massa grassa
  • scarsa energia vitale, una condizione simile alla depressione
  • maggiore sensazione di stanchezza fisica
  • minore vivacità anche cognitiva
  • maggiore difficoltà ad affrontare l’esercizio fisico.


In questi casi, in abbinamento al testosterone biodentico ad uso topico, si può utilizzare il testosterone transdermico bioidentico, con effetto sistemico, da applicare nell’interno braccia e nell’interno coscia, alternando ogni volta i siti di applicazione. Anche in questo caso si tratta di una preparazione galenica allestita da farmacie accreditate, in contenitori topi-click, dietro presentazione di ricetta medica in originale e non ripetibile. La prescrizione deve essere fatta dal ginecologo o dall’endocrinologo. Il costo per 150 ml di prodotto è pari a 70/80 euro e la sua durata è variabile a seconda del quantitativo da utilizzare indicato dal medico.

L’utilizzo del testosterone transdermico bioidentico può comportare, nelle donne sensibili agli androgeni:

  • aumento di peso
  • comparsa di peli, brufoli o pelle grassa
  • abbassamento dei toni vocali

Quindi è molto importante:

  • allestire una preparazione con una percentuale di testosterone adeguata,
  • utilizzare il dosaggio indicato dal medico.


Nel caso in cui si manifestasse una sintomatologia come quella descritta è opportuno interrompere l’applicazione.

Utilizzo il testosterone bioidentico ad uso topico da quando sono entrata in menopausa, contemporaneamente alla terapia ormonale sistemica estroprogestinica. Quindi da 6 anni. Tutti i giorni, due click.

Il prodotto mantiene le promesse. Lo definirei un grande amico della donna. Soprattutto a livello del miglioramento della libido, che è il primo aspetto che ho avvertito modificarsi con l’arrivo della menopausa, la differenza si sente moltissimo. Ed il cambiamento è stato veramente notevole in termini di maggiore lubrificazione ed eccitazione. A questa terapia (TOS sistemica e testosterone topico) ho aggiunto anche l’utilizzo del DHEA per via sistemica che all’epoca, quando sono entrata in menopausa, era ancora prescrivibile.

Poi, con la nuova normativa che ne ha impedito la commercializzazione, mi sono trovata, come tante di noi, in difficoltà. Quindi, inizialmente l’ho acquistato presso farmacie all’estero come preparazione galenica dietro presentazione di ricetta medica, ma poi, d’accordo con il prof Gambacciani, abbiamo deciso di provare ad utilizzare il testosterone transdermico se pur leggermente differente dal DHEA, il quale in parte si converte anche in estrogeno, cosa che ovviamente il testosterone non fa. E devo dire che mi sono trovata benissimo:

  • non ho avuto nessun effetto collaterale androgenizzante,
  • è aumentata la forza fisica e l’energia anche mentale,
  • è migliorato il tono muscolare.


Inoltre, nelle zone di applicazione migliora moltissimo la qualità della cute che appare meno stropicciata. Peccato, doversi attenere scrupolosamente ai dosaggi consigliati per evitare gli effetti collaterali descritti, perchè se fosse possibile utilizzarlo come crema idratante per il corpo, sarebbe il prodotto più efficace esistente sul mercato.

Attualmente alterno periodi in cui utilizzo il DHEA sistemico (tra l’altro ho trovato siti attendibili in sui è possibile acquistarlo, consigliati da un ginecologo che ha esaminato in laboratorio il contenuto delle capsule) a periodi in cui utilizzo il testosterone transdermico.

Per quanto riguarda l’atrofia vulvo-vaginale invece non ho avuto grossi problemi. Presumo che l’utilizzo del testosterone fin dall’ingresso in menopausa, mi abbia protetto ed abbia prevenuto i sintomi. Tanto è vero che ho iniziato ad avvertire qualche leggero fastidio durante i rapporti sessuali dopo 4 anni dall’ingresso in menopausa. A quel punto, proprio per evitare il peggioramento della sintomatologia, sono corsa immediatamente ai ripari (e consiglio anche a voi di fare così perchè si tratta di sintomi che tendono a peggiorare drammaticamente con il tempo). Quindi ho abbinato alla terapia con testosterone bioidentico topico:

  • il laser vaginale rigenerativo
  • il prasterone (dhea vaginale)


Ed attualmente vado avanti così e sto bene. Perchè ricordate che STARE BENE SI PUO’ E….SI DEVE

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